lunedì 21 maggio 2007

ore 2 e mezza di una notte tra un sabato e una domenica




Questa l'ho scritta 2 notti fa, come dice il titolo. è la trascrizione di una notte passata a rigirarmi nel letto, tra pensieri e incubi.
ero giù.
forse lo sono ancora un po'.
keep on running tra i pensieri

2pa


Ore 2,30 della notte, una notte di sabato sera, qui, al capannello sopra la collina, con l’albero solitario come unica presenza, sicura.
Sempre lì, per lui non cambia niente: sole vento pioggia neve, stagioni, mesi, anni…per lui tutto cambia, tutto è uguale. Tutto e niente. Tutto è niente.
Ma per me le cose sono cambiate, da ormai 3 mesi e mezzo. Lavoro nuovo, casa nuova, macchina nuova e gente nuova. Tutto nuovo. Anche un pochino di me è cambiato, si è rinnovato…ha fatto l’update ed ha caricato: vita nuova in paesino di montagna. Non che prima abitassi in una metropoli, intendiamoci. Ma le cose sono cambiate. Prima avevo la mia famiglia, i miei amici, la mia morosa, i giri gli scazzi le serate e la voglia di qualcosa di nuovo. Quella c’era c’è e ci sarà sempre. E tutto filava in una certa maniera. Non routine, ma un appagato senso di abitudine, mai tendente al noioso però. A tratti ripetitivo. A tratti emozionante. Sicuro. Poi una scelta. Il cambio.
Però…però cambiare è ben difficile. Soprattutto in serate come queste. La solitudine, anche in mezzo agli altri, il mugugno che mi sale,divento lamentoso e…di solito scrivevo sul mio diario e poi dormivo, ma stasera no. Stasera scrivo qui. Ho un blog. Voglio condividere tutto con chi mi leggerà. Anche questo. Soprattutto questo.
La mancanza di radici, guardando il mio albero…capisco perché il Buddha si sedette sotto un albero. O almeno tento di immaginarmelo. L’albero è stabilità. Mette le radici e se ne sta lì finchè la terra non frana, un incendio non se lo brucia o un boscaiolo lo sega. Ma nel mentre osserva e vive tutto. Elabora. Metabolizza.
Nota dello scrittore deejay: metto l’opzione random e l’i tunes cosa ti spara fuori? Musica di musica, Giuliano Palma (gran voce) che dice “sotto quello stesso cielo non è detto che poi volo...non mi domandare, voglio solo non pensare…arrivato fino qui, qui mi sento solo… sotto quello stesso cielo non so più che cosa è vero!” e poi? In my place, Coldplay---un controsenso a momenti, ma santo random ha volto il suo sguardo verso di me anche stasera!
Dicevo.
Le radici, grosso problema: le sto perdendo a poco a poco da quello che era il mio posto, my place, e tardo a metterle qui. O almeno: ci vuole del tempo. Qui ci sono amicizie consolidate, cose di paese che partono dalla nascita e arrivano fino alla morte, ruoli da giocare e parti da recitare. ma non solo qui. Ovunque. Uno nuovo deve crearsi la parte e poi recitarla tutta uguale forse, che poi la gente che era abituata a vederti in un modo, se cambi, poi dà via di testa! Vabbeh…
Quindi a 3 mesi e mezzo qui non ho ancora le radici. E là la vita scorre senza di me. Un casino aggiornarsi ogni volta che si torna, che già hai poco tempo da spendere con tutti, e in più dovresti pure riposarti. Se poi stai via per lavoro anche un week end, sei fregato! Il ritorno è posticipato, e hai più cose da tener dietro! Quindi è normale che rimani indietro con le cose, e poi chi sta da un’altra parte è difficile da tirar dentro…la vita lì continua coi soliti ritmi settimana – lavoro, week end, con relax/scazzo da proporsi e compiersi possibilmente nel miglior/peggior modo (a seconda dei punti di vista) che si possa. Come si può quindi star dietro a chi se n’è andato? Sarà chi se n’è andato che si dovrà portare avanti col lavoro, aggiornarsi, sapere che è successo e arrivare quindi informato! Se poi si ha un suggeritore che ogni giorno ti manda info, meglio ancora. Ma il suggeritore si perderà pur sempre qualcosa. Dopotutto chi meglio di sé stesso può seguire quello che gli interessa? Appunto…
Tutto ciò per dire?
Mi sento…come se fossi una barca mandata su questa e su quell’altra riva dalla corrente, una volta di qua, molte altre volte di là. Ogni tanto raccogli qualche passeggero che ti racconta com’è la vita su una delle 2 rive, solo che il passeggero ti accompagna per un pezzo, poi scende e se ne va per la sua strada. E tu ne raccogli un altro, che ti racconta un altro pezzettino di come se la passa di là, scende e se ne va. Ad libitum.
Sarà meglio fermarsi su una riva e magari gestire il molo? Però quale? Sarà meglio continuare a trafficare da una parte all’altra e raccogliere le briciole che ti lasciano i passeggeri? E con quelle magari cambiare il barchino con uno yacht?
Per ora bisognerà fare così, accontentarsi del barchino e vivere così, sognando e progettando l’una o l’altra soluzione.
Walk on come suggerisce ora Bono dalle cuffiette..all that you can’t leave behind. E poi vedere.
Ore 3 di una domenica mattina che non tarderà ad arrivare.
Il mio albero solitario è lì nella notte sopra la sua solita collina a vedere il solito paesaggio. Buio. Magari un capriolo andrà a fargli compagnia e a chiedergli se il panorama è sempre lo stesso, o se qualcosa nel mentre è cambiato. Poi se ne andrà, e lui continuerà a rimanere lì. E le radici cresceranno.
Resto in attesa che qualche capriolo passi vicino ad un albero con poche radici, uno strano albero che si muove. E gli chieda come va. Com’è il panorama. Se cambia o rimane sempre lo stesso. L’albero a quel punto avrà una voglia fottuta di raccontarglielo, e chiedere al capriolo com’è il mondo sull’altra collina. Giù al fiume. Vicino alla strada. L’albero allora avrà una fottuta voglia di ascoltarlo raccontare.
E poi anche di vedere lepri, api, gufi e cinghiali. E ascoltare e parlare.
Mi mancate.
Vi voglio bene.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho deciso di rispondere a questa tua lettera "aperta" anche se so perfettamente che non sono io uno dei tanti destinatari...e chissà se leggeranno mai quello che hai scritto per loro. Ad ogni modo...io credo di poterti aiutare, e pecco di presunzione in questo, io so (forse) come darti conforto. Non è possibile con la mia presenza, siamo troppo lontani per poter decidere di vederci appena ne abbiamo voglia, ma almeno con la mente si! Qualcosa si smuoverà, lentamente..devi avere pazienza! Pian piano i pezzi andranno collocati giustamente, troverai gli amici più simili a te e non sarai solo attorniato da persone con cui parlare esclusivamente di calcio e "sederi"...ma anche da persone più profonde, più come piacciono a te! Anche se, a mio parere, bisogna fare un mix...avere amici con cui sparare cavolate, cose frivole...e avere amici su cui contare realmente e di cui potersi fidare. E non aver paura di dir loro chi sei, da dove vieni e cosa cosa hai fatto...tu sei così e niente ti può cambiare....e questo vale anche per ciò che sei stato!
Non sentirti solo perchè solo non sei!
Un posto al sicuro c'è sempre...
...io di più!

Anonimo ha detto...

Paolino, devo fare la lezione a te dopo che per anni l'hai fatta tu a me?????? Ho portato avanti 2 vite per più di 10 anni, il risultato è che sono rimasti con me solo le amiche e gli amici veri (incluso Fabrizio che aspetta il II pupo e ancora non me l'ha comunicato, manca un mese al parto). Tu ed io non ci sentiamo molto spesso, anzi, però se vuoi parlare io ci sono e se ti si ferma l'auto in un punto qualunque tra Bologna e Torino sai che mi puoi chiamare, io arrivo in tempo reale. Magari è pure l'occasione x parlare di un centinaio di cose arretrate. Figurati se non so cosa sia la solitudine, quella a cui mi ha condannato il mio amore lontano è una maledizione dalla quale sto cercando di uscire, quella che mi è stata data dagli eventi invece è solo una condizione. Forza e coraggio, ci siamo ottimamente adattati allo slang di Oz, io mi sono ben adattata alla vita di Alessandria, puoi ottenere il massimo anche tu da questo cambiamento. Bacini, Betty

Anonimo ha detto...

Ua Paolo e chi meglio di me ti puoi capire
chi meglio di uno che ha vissuto in 8 citta e 3 nazioni estere diverse puo comprendere questo tuo senso di spaesamento...

Paolo Le radici non si perodno, si e' quello che si e' a prescindere da esse e si diventa quel che si diventa portandosi dietro quello che ogni posto (Miami, Sydney, Bologna, La Spezia, Lucca e adesso Londra per me) perche' niente nella vita va' mai perso comrpese le radici a cui tu tieni tanto!

Quello che ti posso dire e' vivi serenamente questa esperienza e cerca di portarti dietro le esperienze positive..

Qui a Londra non ho una vita sociale molto attiva, dal punto di vista dei rapporti umani mi fa fatica ammetterlo ma non e' ne' L'Australia ne' la calda e festosa Miami e neanche la mia Napoli, qui e'davvero difficile farsi amici almeno che non si tratti di flat or work mates,ma sono cose temporanee che presto o tardi finiranno
ma quello che non finira' sono i bellissimi momenti (CHE SI SONO SEMPRE STATI!) che passeremo insieme alla nostra passione... VIAGGIARE!

In Bocca al lupo,
Carmine

The False Ulysses ha detto...

E' vero, alle volte si fatica, e parecchio, a metter radici.
Ma e' pure vero che quelle sono solo un estremo dell'albero.
L'altro tende verso il cielo.
I punti di vista sono diversi.
Qual e' il tuo mate?
See ya